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Si scrive “Qual’è” o “qual è”? Mettiamo le cose in chiaro…

Quante volte, davanti a una tastiera o con la penna in mano, ci siamo bloccati su un dubbio piccolo ma fastidioso come un sassolino nella scarpa? È “Qual’è” con l’apostrofo oppure “qual è” tutto attaccato e senza fronzoli? Spoiler: la forma giusta è “qual è”, senza apostrofo. E adesso ti spiego perché, ma tranquillo: non userò termini da grammatica vintage né toni da prof col registro in mano. Lo facciamo in modo simpatico, come se fossimo al bar davanti a un caffè (corretto, magari).

Dunque, il nostro “qual” altro non è che una forma già accorciata di “quale”. Proprio così: “qual” è un’abbreviazione che la lingua italiana accetta di buon grado, come quando diciamo “gran bel film” invece di “grande bel film”. Quando usiamo “qual è”, non stiamo facendo un’elisione (cioè, non stiamo togliendo una vocale finale davanti a una parola che inizia per vocale), ma stiamo semplicemente usando una forma tronca. E le forme tronche, per regola, non prendono l’apostrofo. Insomma, non c’è nulla da “elidere”, e quindi nessun apostrofo da piazzare.

Ma allora, perché così tanta gente scrive “Qual’è”? Bella domanda. La colpa, in parte, è dell’orecchio: l’italiano parlato non fa distinzioni tra “qual è” e “qual’è”, quindi siamo portati a pensare che ci vada l’apostrofo, come in “l’amico”, “l’autobus”, “l’università”. A questo si aggiunge la trappola visiva: l’apostrofo sembra elegante, quasi un tocco d’autore, e invece in questo caso è una macchia sul vestito buono della lingua italiana.

Il bello è che anche penne illustri e scrittori famosi, almeno in passato, sono inciampati in questo errore. E allora non stupisce che anche noi comuni mortali ogni tanto cadiamo nella trappola. Ma oggi possiamo redimerci. Anzi, approfittiamo di questa rivelazione per diventare paladini della “qual è” corretta. Non per fare i maestrini, ma per il puro gusto di trattare bene la nostra lingua.

In fin dei conti, scrivere bene è un piccolo atto d’amore: per chi ci legge, per chi ci insegna, ma anche per noi stessi. E se da oggi in poi, ogni volta che ci capiterà di scrivere “qual è”, ci verrà in mente questo simpatico aneddoto grammaticale, vorrà dire che quel caffè linguistico è servito a qualcosa.

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